La passerella del Sindaco Ruggiano in Parlamento, se rivista alla moviola come tutte le situazioni poco chiare, al di là del chiaro spottone preregionali (nulla di anomalo, anche se ci saremmo aspettati qualcosa di più istituzionale e meno di parte da un Sindaco), evidenzia un chiaro fallo politico da rigore quando, con la solita enfasi spiegazionista, si definisce un liberale vero (sic!).
Ci viene automaticamente in mente la situazione illiberale e mediaticamente disastrosa in cui soprattutto la Sua gestione (si fa per dire) ha precipitato la nostra Todi: si parte dalla censura dei libri in biblioteca, dal mancato rilascio all’ANPI del patrocinio per il 25 aprile, per continuare purtroppo con la “punizione dello spostamento“ dei dipendenti (per loro) cattivi, per perseverare con la fornitura della sportcard solo ai bambini tuderti e così via tristemente.
Liberale quindi? Nulla di tutto ciò come tutti i protoBerlusconiani del resto: la prima regola, infatti, di uno che vuole essere e definirsi liberale è di non credere di esserlo a priori ma di provarci ogni giorno in quella che è una missione difficile.
Tantomeno di credersi tali solo perché ai quattro venti si afferma che dentro casa propria si può fare ciò che si vuole.
Detto questo ci sorge spontanea una domanda su di un altro versante, quello della Lega, che poniamo al segretario regionale Virginio Caparvi:
se bene ha fatto ad espellere dalla Lega il Consigliere Comunale di Amelia che ha commentato in maniera sessista un post della cantante Emma Marrone perché non usa lo stesso rigore per un vicesindaco che pubblicamente paragona e misura la vita di un bambino con metri di asfalto.
Partito Democratico Todi