Festival del Medioevo: cultura ed economia del territorio

 

In quattro anni, il Festival del Medioevo di Gubbio si è conquistato uno spazio prezioso nel quadro delle manifestazioni umbre. Tanto da diventare punto di riferimento nazionale per la divulgazione della storia medievale. Per il 2018, sono in programma più di 100 eventi, che vedranno protagonisti oltre 200 persone. E poi ci sono 20 università italiane e straniere, la prima Fiera del Libro Medievale con l’arrivo di oltre 40 case editrici; il sito web e la pagina Facebook tutti dedicati all’età di mezzo.

 

A conferma dell’importanza che ormai va fuori dai confini regionali c’è il premio di Matera, città della cultura 2019. Il ‘Francovich’, nato grazie alla Sami, la Società degli Archeologi Medievisti italiani, che conta 500 soci e rappresenta tutte le istituzioni e i professionisti italiani che operano nel campo dell’archeologia della Tarda Antichità e del Medioevo. La motivazione del riconoscimento? Naturalmente “per la divulgazione della cultura del Medioevo italiano presso il grande pubblico”.

 

Macina attestati di stima il Festival del Medioevo di Gubbio (in programma dal 26 al 30 settembre). È stato inferito, pochi giorni da, tra la manifestazioni scelte per il calendario italiano dell’Anno europeo della cultura. Decisione del ministero dei Beni culturali. Come recita il motto dell’Anno europeo – “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro” – calza a pennello sulla kermesse umbra. Ogni anno, arrivano centinaia di migliaia di persone in Umbria per vivere la storia, la cultura e i paesaggi della regione. Il Festival del Medioevo è veicolo fondamentale anche per avvicinare più persone possibili a questa terra.

 

Secondo l’ultimo studio di Fondazione Symbola e Unioncamere, in Umbria la cultura vale un miliardo di euro, con un moltiplicatore pari a 1,78. La filiera culturale produce 2,77 miliardi di euro ogni anno (2016). Lo dice pure la ricerca dello studio di Guido Guerzoni, docente della Bocconi, che da più di dieci anni analizza l’impatto economico degli eventi di cultura: ogni euro investito in questo settore, ha una ricaduta di 7,27 euro sull’economia del territorio. Si è sicuramente basata anche su questi numeri Sviluppumbria, agenzia regionale per lo sviluppo economico, che ha trovato nel Festival di Gubbio il veicolo ideale per promuovere e valorizzare il territorio.

 

La realizzazione dell’evento è a cura dell’Associazione culturale Festival del Medioevo, con la collaborazione del Comune di Gubbio. Gode inoltre del patrocinio del ministero dei Beni e delle Attività culturali e della Regione Umbria. Partner scientifici sono: Isme (Istituto Storico Italiano per il Medioevo) e Sami (Società degli Archeologi Medievisti Italiani). A sostenere la manifestazione ci sono anche il Gruppo Azione Locale Alta Umbria (Gal), la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e la Camera di Commercio di Perugia. Per il settore didattico, i partner sono la Fondazione Giuseppe Mazzatinti e l’Università Lumsa. Continuiamo la rassegna con la Fondazione CariPerugia Arte e gli Archivi di stato di Venezia e di Perugia. Per quanto riguarda gli sponsor privati, infine, vanno citati MetalProgetti, Tecla, Colacem e NewFont.

 

Quest’anno, main media partner è la Rai, con i canali tematici Rai Storia e Rai Radio 3. Parte fondamentale della manifestazione è anche la rivista nazionale di divulgazione storica, MedioEvo. AranciaLive, azienda eugubina nata da poco, garantisce la trasmissione streaming dell’evento. Collaborano, infine, in modo stabile con il Festival pure Italia Medievale, portale web che promuove la storia e l’arte del Medioevo italiano; Feudalesimo e Libertà, fenomeno social di goliardia e satira politica; MediaEvi, pagina Facebook specializzata nell’analisi dei medievalismi.