Il 20 agosto 1968 l’Armata Rossa invade la Cecoslovacchia.Finisce la “Primavera di Praga”. Il “comunismo dal volto umano” fu sconfitto dall’apparato burocratico dei Soviet Russi

              PER NON DIMENTICARETantissimi giovani non sanno cosa vissero i cecoslavacchi in quell’anno fatidico,il 1968.Difficilmente i programmi di Storia dell’ultimo anno delle superiori arrivano  ad approfondire certe tematiche di Storia Contemporanea. E allora per non dimenticare,per ricordare chi si oppose al colonialismo sovietico in quell’epoca figlia di Yalta,chi morì nell’Est Europa per la libertà senza mai ricevere aiuto dall’Occidente materialista e cinicamente capitalista,vogliamo con pochissime frasi richiamare l’attenzione  sulla  “primavera di Praga”.

L’invasione del 20 agosto 1968, compiuta con circa 200.000 uomini e 5000 carri armati, segnò la fine di ogni tentativo di autonomia da parte dei paesi che gravitavano attorno all’Unione Sovietica. La popolazione cecoslovacca, profondamente delusa,reagì con una serie di manifestazioni di protesta che culminarono col suicidio del giovane studente Jan Palach. A chi non accettò la fine delle riforme non rimase che lasciare il paese per trasferirsi nell’Europa Occidentale. Circa 300000 persone, per lo più istruite e qualificate professionalmente,  lasciarono la Cecoslovacchia. Il paese venne tenuto sotto stretto controllo del Partito Comunista Cecoslovacco e l’occupazione terminò soltanto con la caduta del Muro di Berlino.

Budapest,Poznan,Berlino,Danzica,Praga:alcune delle grandi città dell’Est nche cercarono di ribellarsi all’Unione Sovietica in nome della libertà e della sovranità nazionale.Non riuscirono a scalfine il Moloch Sovietico perchè il mondo era stato diviso in due zone d’influenza e l’Europa era diventata solo terra di conquista.