“Il piacere di lavorare con le parole”,un articolo dedicato ad Andrea Carbonari dal quotidiano “Kölner Stadt-Anzeiger” di Colonia

L’italiano Andrea Carbonari, che vive a Brühl, scrive poesie e racconti

“Il Dr. Andrea Carbonari, italiano originario di Todi (Perugia) ama giocare con le parole e le intesse in storie, racconti poesie al pari di un giullare e un giocoliere. A. C. scrive preferibilmente in Italiano, la sua lingua madre, ma recentemente anche in Tedesco, la sua seconda lingua madre…per cosí dire.
Viene da una famiglia, i Carbonari di Todi (PG), che ha molto favorito le arti: musica, libri, eventi artistici sono i ricordi della sua infanzia: “Mio nonno paterno amava moltissimo l’opera lirica” riferisce, per confermare che la presenza dell’elemento Fantastico e Melodrammatico fin dalla giovane età.
Andrea Carbonari ha studiato Germanistica a Firenze e si è interessato in modo particolare della Lingua e Cultura tedesca, non tralasciando mai la passione per la Letteratura Italiana e quella francese. Tra i suoi autori preferiti annovera, tra i tanti: Dante, Pirandello, Proust, Kafka e il coloniese Böll.
Nel 1988 si è trasferito a Colonia, dove è stato docente universitario di Italiano al dipartimento di Romanistica dell’Università, ha poi insegnato al Liceo Linguistico Europeo “Italo Svevo” di Colonia ed attualmente è professore a Euskirchen; è sposato ed ha una figlia, Elen, che collabora con lui come illustratrice dei testi pubblicati. Da diversi anni vive a Brühl.
È autore versatile; le sue pubblicazioni infatti spaziano da traduzioni varie (anche libretti d’opera) a testi per la scuola di cui è curatore a poesie, racconti e filastrocche. Ha collaborato con diverse case editrici italiane tra cui la “SEI” e la “Rizzoli”.
Nel 1999 ha vinto il I° premio con il racconto “Da una terra all’altra” nell’ambito del Premio “Pietro Conti” e nel 2016 è risultato vincitore con il monologo “Non è vero” a Bordighera (Premio “Regina Margherita”)
La cosa che lo diverte molto è scrivere filastrocche e raccontini per bambini, dove la fantasia non conosce confini e giocare con i modi o mondi di dire, come recita un suo racconro  “Nel mondo dei mo(n)di di dire”, presente nel volumetto “Mo(n)di in rivolta”.
“La sfida – cosí dice Carbonari –è cercare di tradurre l’intraducibile e comunicare l’incomunicabile ,anche  rendendosi conto dell’impossibilità dell’impresa”. Sì è vero perché Italiano e Tedesco sono due lingue molto distanti anche nell’immaginario delle metafore e delle immagini che evocano. Per fare un esempio “perdersi in un bicchier d’acqua” tradotto letteralmente in Tedesco non comunica niente, bisogna ricorrere ad una perifrasi per spiegare che si è cosí sciocchi da perdersi in un semplice bicchiere d’acqua. In questo modo però in Tedesco si perde tutta l’immagine che è l’incipit del racconto  e da cui scaturiscono altre storie legate alla situazione del personaggio che rischia di naufragare….in un bicchier d’acqua!!
Ancora piú complessa si fa la questione quando si affrontano traduzioni di poesie: impresa di per sé impossibile…..a meno che ritmo, suono e prosodia non creino una nuova poesia.
“Il senso dell’umorismo, però, l’ironia e soprattutto l’autoironia, questi sí sono sempre traducibili” conclude l’autore sorridendo e sogghignando.”
(Kathrin Höhne)