Comunicato Stampa Partito Democratico Todi

Il Partito Democratico di Todi intende esprimere forti perplessità sul piano di riorganizzazione del personale che l’amministrazione comunale sta attuando. Siamo convinti che la riorganizzazione della macchina amministrativa sia più che legittima se realizzata col fine di predisporre al meglio le risorse umane e le capacità di tutte le professionalità in essere all’Ente. Cos’è che non ci torna, allora?

Per prima cosa una riorganizzazione di questo tipo dovrebbe prevedere passaggi chiari e trasparenti nel rispetto del lavoro svolto quotidianamente da tutti i dipendenti comunali e – soprattutto – nel rispetto dei servizi di cui ogni giorno il cittadino usufruisce.
Trasparenza significa operare sulla base, ad esempio, degli obiettivi raggiunti dai singoli servizi: solo in questo modo, ad esempio, si possono potenziare i servizi in sofferenza e rendere eccellenza i servizi che già funzionano.
Trasparenza significa valorizzare le risorse a disposizione sulla base di obiettivi raggiunti, sulla base dell’esperienza e sulla base della professionalità dei singoli dipendenti.

In una parola: merito. E’ così che si dovrebbe operare quando si mette in piedi una riorganizzazione che coinvolge il 20% dei dipendenti in essere all’Ente.

Molte sono le iniziative di privati cittadini – e non solo – a difesa dei servizi di cui usufruiscono. E anche questa è “una prima volta” che va a sommarsi alle altre “prime volte” finite addirittura sulla stampa nazionale della Giunta Ruggiano. La risposta del Sindaco è incentrata su una legge che non ha, a nostro avviso, fondamento poiché riguarda responsabili di servizi particolarmente a rischio.

Alla luce di tutto ciò non possiamo esimerci dal fare una valutazione più strettamente “politica”. Una valutazione che, ci auguriamo, non verrà confermata dai fatti.

Nell’ultimo anno molti servizi sono stati “presi di mira” da Assessori e Consiglieri. La domanda è: saranno gli stessi servizi interessati dalla riorganizzazione? Qual è il fine ultimo della riorganizzazione? Potenziare i servizi o dare una lezione a chi – quotidianamente – svolge al meglio delle proprie capacità e competenze il proprio lavoro?