“Quando ci batteva forte il cuore” di Stefano Zecchi.Un libro struggente per raccontare l’Esodo.

 

Parlare di Esodo dall’Istria,dalla Dalmazia,da Fiume si può cadere o nella retorica o nel patriottismo di facciata che non rappresenta nel modo migliore il dramma di centinaia di migliaia di italiani costretti all’abbandono delle loro terre dalla cieca violenza dei “titini”.Una violenza che trova nelle foibe la più alta espressione di odio e di volontà di cancellare da quei territori la secolare presenza italiana.

Ecco allora che un libro rappresenta in modo struggente e coinvolgente quel dramma;un dramma che in quelle terre si ripeterà in una pulizia etnica all’incirca dopo 40 anni nella sporca guerra che portò alla dissoluzione definitiva della Repubblica Socialista Federale di Yugoslavia.

Ci riferiamo ad un libro di Stefano Zecchi,scrittore, giornalista e docente , professore ordinario di Estetica presso l’Università degli Studi di Milano,intellettuale noto ed apprezzato,che nel 2010 pubblicò con la Mondadori “Quando ci batteva forte il cuore”. 

Andiamo con la descrizione.

“Pola 1945. Il dramma della gente sconvolge la famiglia del piccolo Sergio, costretta a subire umiliazioni e soprusi da parte dei nuovi occupanti slavi. La mamma di Sergio, Nives, maestra di scuola elementare, si batte con grande coraggio nella difesa dei confini della patria: colta, autorevole, fiera, raccoglie intorno a sé i propri concittadini che non intendono chinare la testa di fronte alle decisioni dei vincitori. Anche Sergio nutre per la madre una vera ammirazione. Ha sei anni, è cresciuto con lei, ha visto il padre per la prima volta soltanto al suo ritorno dalla guerra. Per lui prova soggezione, quasi diffidenza. Intanto l’annessione dell’Italia orientale alla Jugoslavia travolge l’esistenza degli istriani. Nella famiglia di Sergio è tempo di decisioni gravi. Flavio e Sergio, padre e figlio, impareranno a conoscersi, suggellando un’affettuosa dolcissima alleanza, che li aiuterà, dopo imprevedibili avventure e grandi sofferenze, a costruire una nuova vita insieme. Nelle pagine di questo romanzo, la rigorosa ricostruzione di un periodo terribile e ancora poco conosciuto del Novecento si accompagna a una storia intima, delicata, toccante. Stefano Zecchi dà vita a un affresco importante, che illumina il dramma di un popolo e insieme racconta tutta l’emozione di un grande amore tra padre e figlio.”