Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi, ieri a Perugia,

 

Adinolfi ha ribadito come il Popolo della Famiglia (PdF) in questo momento in Italia, sia l’unica alternativa politica valida ad una componente della società che progetta di modificare la tradizionale visione antropologica della persona. Ne sono la prova le leggi emanate nel contesto dell’ultima legislatura ad iniziare dalla legge Cirinnà,sulle unioni civili. Dinnanzi alle due piazze del Family Day stracolme  (piazza S. Giovanni nel 2015 eCirco  Massimo nel 2016) che come prima esperienza nella storia hanno coinvolto milioni di cittadini, i rappresentanti politici che erano presenti, sono riusciti a fare orecchie da mercante alle incessanti richieste ed hanno votato a favore delle Unioni civili, ottenendo esclusivamente il contentino del parziale stralcio della stepchild adoption, una tematica che è stata rimandata alle competenze  della magistratura con le relative conseguenze. Adinolfi ha anche ricordato la legge sul divorzio breve che ha avuto in parlamento un’accoglienza immediata, ma con il risultato d’incrementare improvvisamente il numero dei divorzi del 52%. Ha poiricordato la legge sulle Dat(detta anche del biotestamento) emanata alla fine della legislatura, che consente di interromperenutrimento e idratazione al malato,facendole diventare, per legge, una terapia medica.Ed infine ha citato la liberalizzazione della vendita senza ricetta della “pillola dei 5 giorni dopo”. Con questa liberalizzazione, oltre a confondere una pratica abortiva con un contraccettivo, si è avuto un aumento esponenziale delle vendite: da 16.000confezioni nel 2015, si è passati alle oltre 400.000 confezioni solo nell’ultimo anno. Sono stati elencati tutti i pericoli che corre la società se non si riesce a realizzare un’alternativa all’attuale sistema politico ed al suo programma avaloriale. Nella prossima legislatura sarà riproposta la legge sull’omofobia (Legge Scalfarotto, con non pochi sostenitori in tutti gli schieramenti), fallita nel 2013, che impedirà qualsiasi forma di obiezione di coscienza e contestazione democratica per contrastare lo stravolgimento antropologico in atto, prevedendo delle pene fino a 6 anni di reclusione.

Mario Adinolfi ha infine evidenziato che senza un argine di valori, si inizieranno a fare ulteriori aperture meno mascherate e ipocrite all’eutanasia, superando la normativa attuale che prevede, per volontà del paziente,l’accompagnamento alla morte sotto gli atroci dolori della fame e della sete.