Il Popolo della Famiglia: non è serio promettere ciò che non è sostenibile.

 

Notiamo con una certa tristezza il teatrino delle promesse pre elettorali, in particolare quelle a vantaggio della famiglia, anche da parte di coloro che avendo avuto modo di realizzarle, non lo hanno fatto. Ricordiamo che il governo Berlusconi ha governato con ampia maggioranza per un’intera legislatura e che nel programma aveva sbandierato il quoziente famigliare, naturalmente non applicato una volta al potere. Tutto il centro destra negli ultimi giorni propone provvedimenti a sostegno della famiglia e sembra quasi afflitto da complessi di inferiorità nei confronti del Popolo della Famiglia, che questa priorità la porta nel nome. Non è nel nostro stile ergerci a maestri di nessuno, ma il principio di realtà ci spinge ad evidenziare come questi partiti abbiano contribuito ad approvare leggi come quella sul divorzio lampo ed ora sostengono chi con furbi restyling di simboli (alias “Quarta gamba”), si vuole assicurare il mantenimento della poltrona dalla quale ha tradito le istanze del popolo dei Family Day. Se poi guardiamo a sinistra (sebbene questa categoria sia superata da un più realistico polo progressista che comprende trasversalmente il vecchio dualismo destra/sinistra) la situazione si fa sconfortante, essendo il governo uscente promotore delle leggi “de facto” contro la vita e contro la famiglia, per non parlare della infame legge sull’omofobia, approvata per ora solo da un ramo del parlamento, la quale se fosse approvata in via definitiva prevedrebbe il carcere per coloro che considerassero la famiglia formata da un uomo e da una donna come “l’unica” forma di famiglia. Non parliamo del Movimento 5 Stelle, che su questi temi si è dimostrato compatto e affine al PD, votando a favore delle dat, cioè della cosiddetta “eutanasia all’italiana”. Il Popolo della famiglia nasce da una presa di coscienza di questo progressivo degrado antropologico che si è esplicitato con le suddette leggi e dalla constatazione che le istanze del popolo del Family Day non sono ad oggi rappresentate in parlamento. Perciò urge una rappresentanza politica di quel popolo che con le due massicce manifestazioni del 2015 e 2016 ha voluto far presente alla politica che se non consideriamo seriamente la famiglia come risorsa dandogli il riconoscimento dovuto (e non più mero assistenzialismo) il paese a breve sprofonderà nel baratro culturale ed economico, suggellato dai dati impietosi della demografia e della disoccupazione giovanile. È inutile e ingannevole sbandierare surreali provvedimenti solo per accaparrarsi consensi di coloro che ancora si lasciano infatuare, ma occorre avere il coraggio di puntare su poche soluzioni realizzabili a breve e che potrebbero ingenerare circoli virtuosi significativi. Il Popolo della Famiglia propone il reddito di maternità, per tutte le madri che decidano di dedicarsi a tempo pieno alla crescita dei figli, riconoscendone il prezioso ruolo sociale. Ci sorprende che altre forze politiche abbiano scopiazzato questa proposta e la stiano proponendo all’attenzione dell’elettorato. Di fatto le stesse forze, quali Fratelli d’Italia, avendo già fatto parte di un governo, ed avendo avuto un ministero, non hanno presentato un solo provvedimento in consiglio dei ministri a vantaggio della famiglia. Coloro che sostengono il PdF hanno chiaro che: o si da una svolta alle politiche famigliari ed alle piccole medie imprese per lo più a conduzione famigliare, oppure il declino sarà inesorabile e rischieremo di essere sopraffatti dall’immigrazione incontrollata e dall’emigrazione dei giovani senza i quali l’Italia non potrà avere un futuro. È perciò una seria questione di priorità e di rappresentanza.