Appello alla mia generazione,di Roberto De Vivo

 

Dopo tanti anni di esperienza politica attiva, in cui ho lottato e combattuto in prima linea, a volte contro tutti, per cercare di portare avanti battaglie, a mio avviso importanti, come la cura e la tutela ambientale, la gestione della nettezza urbana e delle aree verdi, il problema della sicurezza, la ricerca e la bonifica di discariche abusive, la cura del decoro urbano e delle frazioni, le mille denunce all’ente “Umbra Acque” (costruendo un Comitato e facendo fare analisi periodiche sulla qualità della nostra acqua), vorrei fare un appello, libero e disinteressato, alla mia generazione. In dieci anni di attività politica ho avuto l’opportunità di apprendere e comprendere tantissime cose, come, ad esempio, la gestione e il funzionamento politico-amministrativo di un ente pubblico. Compresi, inoltre, che i peggiori nemici sono all’interno del tuo stesso partito di appartenenza: fu per me una rivelazione vergognosa e allo stesso tempo tragica da vivere; ma, come si dice, è proprio dalla tragedia e dal dolore che nascono le cose belle della vita: è la sofferenza a determinare chi siamo davvero, senza di essa sarebbe impossibile dare il giusto valore alle cose e alle persone. Solo chi soffre e vive a pieno il proprio dolore, riesce poi ad apprezzare autenticamente il mondo che lo circonda. A un certo punto della mia vita domandai a me stesso se la “politica” facesse per me. Nonostante i mille dubbi, cercai comunque di andare avanti nel mio attivismo, senza mai venir meno alle mie idee e ai miei valori, capendo che non era la “politica” a non fare per me, ma “quel tipo di politica”. Ero un adolescente pieno di voglia di cambiare il mondo: amavo aiutare gli altri e risolvere le infinite problematiche che affliggevano il nostro territorio. Ogni volta che riuscivo a risolvere qualcosa, anche la più piccola, come introdurre un punto luce dove non c’era, mi emozionavo. Insomma, la politica era diventata la mia passione e aiutare gli altri la mia missione di vita: una missione, però, che non coincideva con quella partitica: i loro scopi erano ben altri, totalmente distanti da quello di aiutare i propri cittadini. Abbracciai il “civismo” con la campagna elettorale di Claudio Ricci, partendo da dove io ero sempre rimasto: le persone! Le ultime elezioni comunali, infine, hanno completamente cancellato in me ogni speranza di cambiare le cose; il nostro è un paese gattopardesco, si cambia per non cambiare nulla, facendo rimanere tutto esattamente com’è; è questa la verità devastante della nostra povera Italia. E’ questo il motivo del nostro baratro! Ed è per questo che mi appello ai miei coetanei: cerchiamo, insieme, di andare contro questa deriva, di uscire da certi meccanismi di visioni preconfezionate che qualcuno ci ha volontariamente messo dentro. Non siamo lo strumento di qualcun altro, diventiamo, invece, protagonisti della nostra vita. Il sistema attuale sta eliminando fisicamente la nostra “sfortunata” generazione. Non permettiamogli di vincere. Combattiamo per vivere e realizzare i nostri sogni. Ne abbiamo il diritto, quindi il dovere. Vi voglio bene, bene davvero.

Roberto De Vivo

Todi Civica